05.06.2017
 3 minuti

Gli orologi leggendari: Rolex Daytona

di Christopher Beccan
Rolex Daytona vintage con cronografo, Foto: Bexsonn
Rolex Daytona vintage con cronografo, Foto: Bexsonn

Il Rolex Daytona, il fiore all’occhiello di un marchio così rinomato, un orologio da polso talmente venerato che perfino coloro che detestano Rolex riescono a trovare un piccolo posto nel loro cuore per questo segnatempo. Sono in tanti ad adorare il Rolex Daytona per motivi sconosciuti, ma molti altri lo amano per ottime ragioni. Fu introdotto nel 1963 come Cosmograph ref. 6239, ma alcune persone tendono ad ignorare questo fatto e lo raggruppano nella sezione cronografi di Rolex. Ispirato alle corse automobilistiche, il Daytona non si chiamava così ai suoi inizi. Infatti il nome originale era “Le Mans” ma a quanto pare non era destinato ad essere un titolo molto fortunato.

Quando il cronografo arrivò in America, Rolex USA richiese la scritta “Daytona” sul quadrante per i modelli del mercato statunitense, dato che Rolex era lo sponsor ufficiale della corsa di 24 ore di Daytona. Il nome però non cambiò fino al 1964. Da quell’anno in poi, i vincitori dell’estenuante corsa di 24 ore ricevettero in premio uno di questi modelli.

Il Rolex Daytona è senza dubbio l’orologio sportivo più collezionato il cronografo più famoso del mondo. I modelli vintage del Daytona però hanno qualcosa di speciale. Come menzionato, i 6239 erano i primi Daytona e disponevano di lunetta con scala tachimetrica, ai quali vennero apportati piccoli cambiamenti durante i primi anni, perfino al quadrante. Il cuore pulsante di questi primi Daytona era il noto Valjoux 72 (un movimento utilizzato da molti marchi durante questi anni) che Rolex battezzò come 72B. Il successivo cambiamento significativo arrivò solo un anno dopo, nel 1965.

Rolex Daytona "Paul Newman"

Rolex Daytona “Paul Newman”, Foto: Auctionata

Rolex vanta una tradizione di casse impermeabili, perciò un orologio da polso che non era completamente meritevole di portare la scritta “Oyster” sul quadrante non sembrava essere la scelta più adatta. Ecco perché sparirono i pulsanti da cronografo a pompa e fecero la loro comparsa i pulsanti avvitati – questa referenza sarebbe stata nota come la 6240 e non avrebbe presentato la scritta “Oyster”. Ma secondo me i Daytona cominciarono ad essere davvero interessanti e di conseguenza anche orrendamente costosi durante la cosiddetta era degli “Exotic Dial” nota anche come era “Paul Newman”. Questi Daytona sono quelli che vengono definiti “iconici”, semplicemente perché Paul Newman comparve sulla prima pagina di una rivista italiana con al polso un Daytona 6239 “Exotic Dial”. Tutto qui. Un personaggio iconico che indossava questo segnatempo faceva crescere il desiderio di possederne uno. Dopo il suo lancio, stranamente il Daytona Paul Newman non fu un grande successo ma se provate a comprarne uno ora…vi costerà caro!

Nel 1988 Rolex introdusse finalmente un Daytona a carica automatica. Ad animare questo modello fu il Zenith calibro 400, ribattezzato da Rolex calibro 4030. Anche l’estetica del Daytona cambiò: era dotato di spallette di protezione della corona, un nuovo quadrante con aureole che circondavano i sotto-quadranti e dimensioni aumentate da 37 mm a 40 mm. Questa versione aggiornata è stata forse la più significativa poiché in termini di design il Daytona è rimasto pressoché invariato fino ad oggi.

Nel 2000 Rolex annunciò il nuovo calibro automatico di manifattura 4130. L’unica modifica estetica fu apportata ai piccoli secondi, che vennero spostati da ore 9 a ore 6. Il Daytona è un segnatempo leggendario che esige e merita rispetto in ambito orologiero. Se ci si informa sulla sua storia, si capirà subito perché.

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Il nuovo Rolex Cosmograph Daytona 2016


Sull'autore

Christopher Beccan

Christopher Beccan è il fondatore della rivista online "Bexsonn" dove scrive regolarmente articoli sulle sue due passioni: orologi eccezionali e whisky. È possibile …

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