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A. Lange & Söhne vs Patek Philippe

di Tim Breining
20 dicembre 2024
7 minuti
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A. Lange & Söhne e Patek Philippe sono due marche del segmento del lusso generalmente ascritte all’alta orologeria. Le due aziende vantano una lunga storia e un elevato livello di integrazione verticale e di esperienza in campo orologiero. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela che Patek Philippe e A. Lange & Söhne si differenziano in modo sostanziale per diversi aspetti. Questo articolo è un tentativo di fornire una panoramica sintetica delle somiglianze e delle differenze tra questi due famosi brand.

La storia

La storia di Patek Philippe inizia nella metà del XIX secolo, quando Antoine Nobert de Patek e Jean Adrien Philippe fondarono l’omonima azienda Patek Philippe & Co. con il supporto dell’avvocato Vincent Gostkowski. L’esperienza orologiera veniva da Philippe, che si era fatto un nome soprattutto brevettando la carica a corona. All’inizio del secolo, Patek Philippe divenne una società per azioni fino a quando l’attuale famiglia proprietaria, la famiglia Stern, rilevò Patek Philippe circa 30 anni dopo, durante la crisi economica globale. L’azienda aveva già un rapporto d’affari con il produttore di quadranti Fabrique de Cadrans Stern Frères e colse l’occasione di rilevare la manifattura durante le sue difficoltà finanziare. Oggi, Thierry Stern rappresenta la quarta generazione di proprietari dopo l’acquisizione. Questo significa che Patek Philippe è un’azienda completamente indipendente e a conduzione familiare, oltre a essere una delle prime cinque marche di orologi in termini di vendite. L’assetto proprietario di A. Lange & Söhne è molto più complicato a causa delle conseguenze della Seconda guerra mondiale: l’attuale azienda Lange Uhren GmbH fu fondata nel 1990, ma in realtà la sua storia è molto più lunga. La A. Lange & Cie. venne infatti fondata da Ferdinand Adolph Lange a metà del XIX secolo con il sostegno statale. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale fu nazionalizzata insieme a molte altre società nella Glashütte GUB perché si trovava in una regione occupata dai sovietici. I membri della famiglia fondatrice fuggirono nella Germania Ovest, dove continuarono a lavorare finché la riunificazione tedesca non creò le condizioni per fondare una nuova azienda. Walter Lange, il pronipote del fondatore, colse senza indugio questa opportunità nel 1990.

Collezione e stile

Se dovessimo chiedere alla famiglia Stern come definirebbe lo stile e le competenze chiave di Patek Philippe, otterremmo una risposta diversa da quella che darebbero le persone esterne alla manifattura. Patek Philippe è orgogliosa della sua esperienza nelle grandi complicazioni e dell’eccellenza delle sue lavorazioni artigianali, che riassume nell’etichetta “rare handcrafts”. Questa include elementi come il guillochage, l’incisione, la smaltatura o gli intarsi. La collezione Calatrava è una gamma di modelli che molti considerano l’essenza del dress watch di pregio. Da qualche tempo a questa parte, l’immagine pubblica della marca è dominata dal clamore suscitato dalla collezione Nautilus che, insieme all’Audemars Piguet Royal Oak, è uno degli orologi più ricercati in assoluto, nonostante il crollo del mercato. A causa dell’indisponibilità del Nautilus e dei prezzi elevati richiesti per qualsiasi versione del Nautilus sul mercato secondario, questo entusiasmo si è esteso anche ad altri modelli come l’Aquanaut, una versione più sportiva del Nautilus.

La referenza 5711 del Nautilus messa fuori produzione.
La referenza 5711 del Nautilus messa fuori produzione.

Anche per porre fine all’associazione della marca con un solo modello, Patek Philippe ha interrotto la produzione del Nautilus in acciaio inox con referenza 5711 e ha lanciato il suo successore con numero di referenza 5811 in oro bianco, puntando sull’esclusività e sul prezzo. Oltre al Nautilus, all’Aquanaut e al Calatrava, Patek Philippe ha anche altre collezioni come la tradizionale Golden Ellipse o la linea di orologi da donna Twenty~4. Infine, la collezione Grandi Complicazioni riunisce gli orologi più complessi che hanno battuto molti record. Recentemente, la manifattura ha presentato la sua prima nuova collezione in 25 anni con l’estremamente controverso Cubitus, che ancora una volta gioca con il popolare tema dell’orologio sportivo con bracciale integrato.

Per molti, il Calatrava è il dress watch per eccellenza.
Per molti, il Calatrava è il dress watch per eccellenza.

A. Lange & Söhne propone sei collezioni. Il Lange 1 è uno dei modelli iconici presenti in catalogo dalla nuova fondazione e si distingue per i quadranti eccentrici, l’indicatore della riserva di carica e una grande data brevettata.

Introdotto già con la rinascita della marca, il Lange 1 rimane tuttora un modello centrale.
Introdotto già con la rinascita della marca, il Lange 1 rimane tuttora un modello centrale.

Le collezioni Saxonia, 1815 e Richard Lange coprono un ampio spettro che va dai modelli a tre lancette alle grandi complicazioni, con un design prevalentemente classico e talvolta conservatore. Il cronografo Datograph merita una menzione come ulteriore icona della marca. La collezione Zeitwerk, invece, è futuristica e tecnica, e indica l’ora in formato digitale con cifre saltanti, anche se il cuore dell’orologio rimane naturalmente analogico. Lo Zeitwerk è disponibile anche come ripetizione minuti. Infine, ma non per questo meno importante, nel 2023 Lange ha presentato un orologio sportivo con bracciale integrato: l’Odysseus.

Artigianato e standard di qualità

Per confrontare la qualità e l’artigianalità degli orologi Patek Philippe e A. Lange & Söhne si deve andare nel dettaglio. In questo segmento di mercato, i movimenti ad hoc che soddisfano anche il minimo requisito dei calibri “in-house” o “di manifattura” sono la regola. Va da sé che la finitura dei componenti richiede molto lavoro manuale, non avviene esclusivamente a macchina e il controllo qualità è impeccabile. Diamo quindi un’occhiata più da vicino agli standard autoimposti dai due produttori. Patek Philippe ha abbandonato il Punzone di Ginevra come standard di qualità diversi anni fa e ha creato il Sigillo Patek Philippe, il proprio standard di qualità che i segnatempo dell’azienda devono soddisfare. Questo standard è alquanto controverso a causa della mancanza di indipendenza dell’autorità di controllo, ma anche comprensibile in quanto il Punzone di Ginevra si applica solo ai movimenti e non all’intero orologio, che è ciò che Patek Philippe voleva ottenere. Parlando di A. Lange & Söhne è doveroso citare la pratica del doppio assemblaggio per ogni modello, ovvero il montaggio dell’intero movimento in uno stato non finito: il movimento viene assemblato e regolato pronto per il funzionamento, per poi essere nuovamente smontato. Le superfici dei componenti vengono quindi rifinite e il movimento viene assemblato per la seconda e ultima volta. Questa procedura richiede un’enorme spesa aggiuntiva, che si riflette sul prezzo dei segnatempo. Ma cosa significano concretamente questi standard di qualità e si può affermare che gli orologi di Patek Philippe o di A. Lange & Söhne sono di qualità superiore rispetto a quelli della concorrenza? In alcuni casi, potremmo dire di sì, fermo restando che tale giudizio non si può applicare indistintamente all’intera collezione, dal semplice modello a tre lancette al Grandmaster Chime o al Grand Complication. Concentriamoci su modelli rappresentativi come il Lange 1 Fase Lunare da un lato e il Nautilus 5712 con bracciale in acciaio dall’altro. Entrambi hanno un prezzo di vendita consigliato tra i 50.000 e i 55.000 euro. Il movimento del 5712 proviene dalla consolidata serie di calibri 240 con microrotore della Casa, completato da data a lancetta, fasi lunari e indicatore della riserva di carica. Il calibro di base risale al 1977, ma i suoi rappresentanti moderni incorporano innovazioni come la spirale Spiromax in silicio di Patek e un bilanciere a libera oscillazione con viti di massa. Ovviamente le platine presentano finitura Côtes de Genève e anglage.

Il movimento con microrotore del 5712.
Il movimento con microrotore del 5712.

Lange sceglie consapevolmente di non usare il silicio, perché i componenti in questo materiale non possono essere modificati o prodotti dagli orologiai e non sono in linea con la filosofia del marchio. Per quanto riguarda la finitura superficiale dei movimenti, Lange fa meglio di Patek in modelli di pari categoria di prezzo. Sulla classica platina a tre quarti di Glashütte si trovano per esempio un ponte del bilanciere finemente inciso a mano e chaton dei rubini avvitati. Non sorprende che A. Lange & Söhne sia più avanti di Patek Philippe in termini di finiture, almeno per quanto riguarda i modelli di volume di entrambi i brand. Sulla scorta di studi approssimativi basati su informazioni disponibili al pubblico e su dichiarazioni verbali dei brand, alcuni autori hanno già cercato di determinare il numero di ore di lavoro impiegate in media per realizzare un orologio di queste marche. È chiaro che un tipico orologio Lange richiede molte più ore di lavoro (manuale) rispetto a un Patek Philippe. Ricordiamo che Patek Philippe produce oltre 60.000 orologi all’anno con circa 1600 dipendenti, mentre Lange probabilmente ne produce circa 6000 con poco più di 800 dipendenti! Non è un segreto che Patek Philippe abbia un grado di industrializzazione superiore a quello di Lange.

Il movimento mozzafiato del Lange 1 Fase Lunare.
Il movimento mozzafiato del Lange 1 Fase Lunare.

In ogni caso, alla luce dell’ampiezza e dell’articolazione delle collezioni delle due marche in termini di finitura e complessità, è impossibile esprimersi. L’esame isolato di due modelli tipici aveva il solo scopo di illustrare una tendenza che può essere considerata rappresentativa del maggior numero di orologi prodotti da due marche.  

Desiderabilità e conservazione del valore

Dopo il clamore suscitato dal Nautilus, si può dire che Patek Philippe è uno dei marchi più ricercati in assoluto. Chi riesce a mettere le mani su uno dei modelli più richiesti presso un concessionario – cosa molto poco probabile – non deve porsi il problema della conservazione del valore, ma piuttosto di quanto potrebbe aumentare il prezzo di tale esemplare. Basta un’occhiata a marketplace come Chrono24: anche i modelli della controversa collezione Cubitus hanno già raggiunto cifre molto superiori al listino. Nel caso di Lange domina la richiesta di Odysseus. Tuttavia, uno sguardo alle statistiche di terzi mostra che chi è interessato a orologi che possono mantenere o aumentare di valore ha molta più scelta con Patek Philippe. Va da sé che in entrambi i casi è impossibile acquistare i modelli più ricercati senza una precedente storia di acquisti, o solo con tempi di attesa molto lunghi. La parola chiave è “pazienza” anche quando si tratta di assistenza per entrambi i brand.

Conclusioni

Decretare quale sia la marca migliore è praticamente impossibile e in realtà è irrilevante. Alla fine, oltre ai dati oggettivi, sono numerosi le variabili personali che influiscono sulla preferenza di A. Lange & Söhne o di Patek Philippe. Forse questo confronto vi aiutato a orientarvi meglio.

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Sull'autore

Tim Breining

Tim Breining

Ho cominciato ad interessarmi di orologi più o meno nel 2014, durante i miei studi di ingegneria. Con il tempo, la curiosità iniziale si è trasformata in passione. Dato …

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