Ai tempi l’idea sembrava assurda: lanciare un orologio meccanico di lusso in acciaio durante la crisi del quarzo per salvare l’azienda. Ma fu proprio questa la strategia adottata dalla maison svizzera nel 1972 con il lancio del Royal Oak a Baselworld. A quasi cinquant’anni di distanza, il Royal Oak è una stella del firmamento orologiero. Oggi vi sveliamo cos’è che lo rende così speciale e la sua evoluzione di valore negli ultimi anni.
La storia del Royal Oak
La storia del Royal Oak di Audemars Piguet inizia nel 1971, esattamente un anno prima del suo debutto a Baselworld 1972. Stretta nella morsa della cosiddetta “crisi del quarzo”, Audemars Piguet si trova davanti a un bivio: lanciare qualcosa di rivoluzionario oppure restare a guardare la possibile caduta definitiva dell’azienda. Georges Golay, l’allora direttore generale della maison, decide di contattare il designer orologiero Gérald Genta chiedendogli di concepire un orologio sportivo di lusso in acciaio inox per conquistare il mercato italiano. E ovviamente ne ha bisogno per il giorno seguente. Genta non delude le aspettative ideando in un solo giorno un’estetica innovativa che rompe tutti gli schemi.
Genta crea un orologio ispirato ai tradizionali caschi da sub e contraddistinto da una cassa sottilissima di 7 mm di spessore, una lunetta ottagonale fissata da otto viti e un quadrante dal motivo petite tapisserie. Inoltre, questo orologio di 39 mm presenta un bracciale integrato tanto impressionante quanto la cassa. Ad animare questo gioiello è il brillante calibro automatico 2121, frutto della collaborazione tra Audemars Piguet, Jaeger-LeCoultre e Patek Philippe. Il Royal Oak fa la sua prima comparsa a Baselworld 1972 con un prezzo ufficiale di 3.300 franchi svizzeri, superiore perfino a quello di un segnatempo elegante in oro di Patek Philippe. Per darvi un’idea: ai tempi tanto quanto dieci Rolex Submariner.
Dagli inizi difficili a stella indiscussa
Il Royal Oak non diventa un successo immediato: a quanto pare è troppo futuristico sia per i fan che per i giornalisti. E quel prezzo! Audemars Piguet impiega più di un anno per vendere i primi mille esemplari del Royal Oak “Jumbo” ref. 5402: la leggendaria serie A della ref. 5402. Quindi la marca decide di realizzare le serie B e C della stessa referenza e le persone iniziano gradualmente a comprendere la genialità della creazione di Genta. Negli anni a venire dalla stessa mano nascono segnatempo altrettanto emblematici come il Nautilus di Patek Philippe e l’Ingenieur di IWC: lanciati entrambi nel 1976, insieme al Royal Oak formano la famosa trilogia di orologi sportivi di lusso moderni in acciaio inox ideati da Genta.
Nel corso degli anni ’70 e ’80 il Royal Oak si afferma come eccellente segnatempo di lusso a testimonianza sia della straordinaria eccellenza orologiera di Audemars Piguet che del design all’avanguardia messo a punto da Genta. Questi segnatempo rappresentano una vittoria per gli orologi meccanici durante il periodo di predominio del quarzo. La linea Royal Oak comprende orologi estremamente complicati, rimasti fedeli all’estetica sottile di quello originale. Due esempi di questa sofisticata maestria orologiera sono il Royal Oak Perpetual Calendar di 9,3 mm di spessore e calibro automatico 2120/2800 del 1984 e il 1987 Royal Oak Day-Date Moonphase di 9 mm di spessore e animato dal calibro automatico 2224/2825.
L’ampliamento della linea Royal Oak
A venti anni di distanza dall’uscita del primo Royal Oak, la casa di Le Brassus chiede a Emmanuel Gueit, disegnatore orologiero ventiduenne, di ideare una versione più moderna e mascolina di questo iconico segnatempo. A Baselworld 1993 la marca presenta il Royal Oak Offshore. Le reazioni iniziali? Troppo grande e troppo audace. Si dice che anche Genta abbia detto che il suo design del Royal Oak fosse stato rovinato. Le dimensioni di 42 mm – troppo grandi per i tempi – e la sua estetica possente gli sono valsi il soprannome “The Beast“. Disegnato inizialmente come orologio per rendere omaggio al 20º anniversario di questa leggenda, il Royal Oak Offshore diviene ben presto un successo e resta una linea amatissima del catalogo attuale della marca.
Dieci anni dopo, in occasione del 30º anniversario del Royal Oak nel 2002, la manifattura presenta il Royal Oak Concept CW1. Quest’ultimo vanta una cassa di 44 mm completamente ridisegnata e realizzata in alacrite 602: un materiale rivoluzionario, leggero e durevole sviluppato per l’industria aerospaziale. Questo orologio scheletrato ha un fondello trasparente, ed entrambi i lati dell’orologio offrono una visuale completa sugli splendidi meccanismi interni, tourbillon compreso. In seguito quella del Royal Oak Concept è diventata una linea a sé stante della famiglia Royal Oak. La marca usa questa serie per sperimentare nuovi materiali e design ottenendo calibri e orologi eccezionali.
Le referenze dell’Audemars Piguet Royal Oak “Jumbo”
Audemars Piguet produce il Royal Oak originale ref. 5402 dal 1972 al 1990. Proprio nel 1990 la marca lancia il nuovo Royal Oak ref. 15002 dall’estetica leggermente rivisitata. Quest’ultimo viene messo fuori produzione nel 1998.
Nel 1992, l’azienda decide di rendere omaggio al 20º anniversario dall’uscita del Royal Oak “Jubilee“ ref. 14802. La differenza principale rispetto al “Jumbo” sta nel fondello. La manifattura ha realizzato solo 1.000 esemplari di questa referenza: 700 in acciaio inox e 300 in oro giallo. Insieme alla ref. 5402 originale, la ref. 14802 è diventata una delle referenze più popolari tra i collezionisti.
Audemars Piguet Royal Oak “Jumbo” Extra-Piatto ref. 15202
Dopo la messa fuori produzione del Royal Oak “Jumbo” alla fine degli anni ’90, bisogna aspettare il 2012 per una ri-edizione di questo fortunato modello. Durante questo lasso di tempo la linea Royal Oak ha visto crescere notevolmente la propria importanza nel mondo orologiero. Come già accennato, l’occasione perfetta per riproporre questa grande icona si presenta nel 2012, in occasione del suo 40º anniversario. Audemars Piguet lancia il Royal Oak “Jumbo” Extra-Piatto ref. 15202: una perfetta re-interpretazione in chiave moderna del modello originale, con 39 mm di diametro e lo stesso calibro 2121 del 1972. Oggi è uno dei segnatempo di lusso più amati in assoluto. La casa di Le Brassus lo propone in diversi materiali tra cui l’acciaio, l’oro e il platino.
L’evoluzione di valore del Royal Oak “Jumbo” Extra-Piatto ref. 15202
L’immensa popolarità del Royal Oak ref. 15202 ha fatto schizzare i prezzi, soprattutto negli ultimi tre anni. Non tanto tempo fa, nel 2018, era reperibile ancora a meno di 22.000 euro. Nell’ultimo anno, in particolare, i prezzi hanno visto una vera e propria impennata. In questo arco di tempo il Royal Oak “Jumbo” ha raddoppiato il proprio valore passando da circa 32.000 euro a più di 68.000 euro registrando uno degli aumenti di prezzi più esplosivi della storia orologiera.
Con grande disapprovazione dei fan, all’inizio di quest’anno François-Henry Bennahmias, amministratore delegato di Audemars Piguet, ha annunciato la messa fuori produzione a fine 2021 della ref. 15202ST in acciaio inox. Al suo posto l’azienda produrrà un nuovo Royal Oak “Jumbo” in un metallo prezioso per celebrare il suo 50º anniversario. Dopo questo annuncio sono nate varie voci che hanno fatto schizzare i prezzi, a testimonianza di quanto sia amato questo orologio. Difficile trovare un’eredità che possa competere con questa: è così che all’inizio degli anni ’70 da una mossa audace per salvare le sorti aziendali è nata una delle massime icone del settore. E non vediamo l’ora di scoprire cosa ci presenterà la marca per i 50 anni di questa leggenda. Per ora possiamo solo affermare che il Royal Oak continuerà il suo fortunato cammino di icona moderna orologiera conosciuta in tutto il mondo.
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