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La “santissima trinità dell’orologeria”

di Chrono24
30 maggio 2025
5 minuti
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La “santissima trinità dell’orologeria”

Se siete appassionati di orologi, probabilmente vi sarà già capitato di leggere o sentir parlare della “santissima trinità dell’orologeria”. Questo trio esclusivo è composto da Maison di lunga tradizione, le cui creazioni hanno plasmato il settore per secoli. Ma quali sono le marche dell’esclusiva trinità e, soprattutto, la loro posizione su questo podio è giustificato? Scopriamo insieme gli orologi della “santissima trinità”.

Da dove deriva il concetto di Santa Trinità?

Il concetto di “Santissima Trinità” deriva dal Cristianesimo e indica il Padre (Dio), il Figlio (Gesù come figlio di Dio) e lo Spirito Santo (lo spirito di Dio). Per i cristiani, queste tre figure sono unite nell’essenza di Dio. A prima vista, può sembrare un po’ presuntuoso applicare il concetto di “santissima trinità” agli orologi da polso. Ma se si guarda all’artigianato dettagliato e alla ricca storia dei “tre santi” dell’industria orologiera svizzera, si può forse comprendere questo epiteto. Il termine “santissima trinità dell’orologeria” è stato utilizzato per la prima volta negli anni ’70, in un momento in cui l’industria orologiera svizzera si trovava in una situazione estremamente precaria a causa della crisi del quarzo. L’utilizzo di un termine estremo e preso in prestito dalla religione è stato quindi probabilmente un’abile mossa di marketing per differenziarsi dalla concorrenza a basso costo proveniente dall’Estremo Oriente. E con successo, come sappiamo oggi.

La “santissima trinità” del mondo degli orologi

Quali marche di orologi appartengono alla “santissima trinità”?

La “santissima trinità dell’orologeria” è composta da Vacheron Constantin, Patek Philippe e Audemars Piguet. Ciò che accomuna tutti e tre è la lunga storia, la qualità impeccabile dei prodotti e le numerose innovazioni che hanno avuto un impatto duraturo sul mondo degli orologi. Vacheron Constantin, ad esempio, che ha iniziato a produrre orologi già nel 1755, è stata la prima azienda a creare un orologio da tasca con una complicazione aggiuntiva. Già nel 1885, VC aveva presentato un orologio insensibile ai campi magnetici. E, tra le altre cose, dobbiamo ringraziare Patek Philippe per la corona di carica che oggi diamo per scontata. Audemars Piguet, invece, può vantare di aver creato il primo orologio da tasca con ripetizione minuti. Quindi come vedete, ogni singola Maison è sinonimo di savoir-faire eccelso e di una continuità senza eccezioni, che non si lascia scalfire dal tempo e dalle tendenze, ma si concentra sempre sui più alti standard di produzione. Gli orologi dei tre brand sono capolavori dell’arte orologiera e per questo sono sempre stati la scelta preferita da personaggi in vista e facoltosi. Tale clientela selezionata, a sua volta, contribuisce al prestigio delle rispettive manifatture e ne rende i segnatempo in oggetti molto ambiti.

Orologi popolari della “santissima trinità”

Il Royal Oak nel classico design Genta è il modello più amato di Audemars Piguet ed è entrato nel cuore di molti appassionati di orologi. Presentato per la prima volta nel 1972, l’orologio con bracciale integrato, lunetta ottagonale e viti decorative a vista sembrò per un attimo un flop. Come sappiamo, le cose sono andate diversamente e il Royal Oak è diventato in uno degli orologi da polso più ricercati di sempre. Nel frattempo, il Royal Oak si è moltiplicato fino a diventare una vera e propria collezione che offre di tutto: dai semplici solotempo a due lancette alle elaborate complicazioni. Per molti, Patek Philippe è sinonimo di Nautilus. Anch’esso è stato disegnato da Gérald Genta e parla un linguaggio di design simile a quello del Royal Oak. I veri appassionati di Patek, tuttavia, preferiscono uno dei tanti modelli Calatrava, che si distinguono per la loro semplice eleganza e sobrietà. Chi preferisce un look più appariscente può invece optare per i modelli con complicazioni sofisticate. Non si tratta solo di autentiche opere d’arte, ma anche di orologi tra i più esclusivi che esistano. Ad eccezione dei modelli Overseas, Vacheron Constantin è sinonimo di dress watch classici con complicazioni sofisticate. Collezioni come Patrimony, Traditionelle e Fiftysix offrono un’ampia selezione di orologi eleganti praticamente per tutte le occasioni. Nella serie Métiers d’Art, invece, Vacheron Constantin dimostra la sua abilità artigianale.

Perché non altre marche?

Verrebbe da chiedersi come mai la blasonata Rolex non faccia parte della “santissima trinità degli orologi. Uno dei motivi è il fatto che Rolex non ha mai eccelso negli orologi con complicazioni sofisticate. Il fondatore dell’azienda Hans Wilsdorf ha sempre puntato sull’uso pratico dell’orologio. I movimenti di Rolex sono quindi estremamente precisi e tecnicamente di altissimo livello, ma rispetto ai movimenti di Patek o Vacheron sono piuttosto “noiosi”. Il fatto che Rolex sia specializzata soprattutto in orologi sportivi da polso contribuisce a tale carattere.

E Jaeger-LeCoultre o Breguet?

Il calendario perpetuo di Breguet.
Il calendario perpetuo di Breguet.

Due nomi che vengono spesso citati in relazione alla “trinità” sono Breguet e Jaeger-LeCoultre. E certo non a caso, visto che il fondatore di Breguet, Abraham-Louis Breguet, è considerato il padre dell’orologeria moderna, è responsabile di innumerevoli invenzioni che ancora oggi sono utilizzate in tutti gli orologi da polso. Jaeger-LeCoultre, poi, è generalmente conosciuto come “l’orologiaio degli orologiai”, avendo fornito movimenti a quasi tutti i principali produttori di orologi presto o tardi. Anche i modelli più venduti della “santissima trinità” Nautilus, Royal Oak e 222/Overseas erano basati su un calibro di JLC. Ma perché queste grandi marche tradizionali non fanno parte dell’illustre circolo della “trinità”? Per Breguet, la sua storia movimentata è probabilmente il motivo principale. La manifattura venne colpita duramente dalla crisi del quarzo negli anni ’70. Seguirono numerosi cambi di proprietà, che portarono la manifattura sull’orlo della rovina. Solo dopo l’acquisizione da parte dello Swatch Group nel 1999, Breguet è tornata a navigare in acque più tranquille. Invece, l’assenza di Jaeger-LeCoultre dalla “santissima trinità” ha probabilmente a che fare con il fatto che il marchio è stato a lungo percepito più come fornitore di movimenti. Nel 1900, la manifattura poteva già vantare più di 350 movimenti diversi e all’inizio del XX secolo era il principale fornitore di calibri per Cartier e Patek Philippe. Sebbene JLC abbia ripetutamente ottenuto grandi successi con orologi come l’Atmos o orologi altamente complicati, non è mai riuscita a uscire dall’ombra di Patek e Co. Tuttavia, l’atteggiamento nei confronti di JLC è cambiato notevolmente negli ultimi anni, e molti vedono la Maison come parte della “santissima trinità” al posto di Audemars Piguet.

Audemars Piguet al centro delle critiche

Le critiche più dure alla “santissima trinità” orologiera sono spesso rivolte ad Audemars Piguet. La marca è accusata di basare la sua fama esclusivamente sul Royal Oak. Molti appassionati di orologi ritengono quindi che il suo posto della manifattura come parte della “santissima trinità” sia ingiustificato.

Conclusioni

La questione di quali marche debbano far parte della “santissima trinità dell’orologeria” è piuttosto controversa. Quindi, nel dubbio, vale la pena crearsi la propria “trinità” degli orologi. Dopotutto, perché dedicarsi solo a un “Grail Watch” quando se ne possono scegliere magari tre?

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