Orologi ultrapiatti

Sin dalla comparsa degli orologi da polso, la sfida a cui si sottopongono i produttori si incentra sullo sviluppo di segnatempo non solo piccoli ma anche ultrapiatti. In questo modo l’indossatore ha la sensazione di un peso nullo o quasi nullo al polso. Se da un lato è piacevole essere in possesso di un orologio spesso e robusto, dall’altro non di rado può risultare ingombrante ed è sicuramente più soggetto ad ammaccature e graffi. In effetti la comodità al polso di un segnatempo è spesso dovuta alla sua sottigliezza. I segnatempo da polso indossati in passato, prevalentemente da persone facoltose e influenti, non erano mai fatti in modo da saltare all’occhio o da attirare l’attenzione su chi li indossava.

Sempre più sottili

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Jaeger-LeCoultre è famosa per la produzione di orologi non solo molto piccoli ma anche ultrasottili. Il record per l’orologio da polso meno spesso è sempre stato un’altalena tra Jaeger-LeCoultre e Piaget, essendo entrambi i produttori molto propensi ad esplorare il limite della sottigliezza. Piaget vanta una lunga storia di segnatempo ultrapiatti e dal 1957, anno in cui fece la sua comparsa il primo movimento ultrasottile Calibro 9P, ha detenuto il suddetto record per diverse dozzine di orologi in diverse categorie.

Poco più di un anno fa, Piaget ha battuto il primato di orologio meccanico più sottile al mondo con l’introduzione dell’Altiplano 900P, che presenta uno sbalorditivo spessore di 3,65 mm. Come si spiega una tale sottigliezza? Nell’Altiplano la cassa è parte integrante del movimento poiché il fondello funge da base per i componenti del calibro. Con l’Altiplano Piaget ha voluto trasmettere un messaggio tecnologico: “sappiamo come produrre l’orologio più sottile del mondo”. Non si è accontentata di dire semplicemente: “guardate questo bellissimo segnatempo, che è al contempo l’orologio più sottile del mondo”. Jaeger-LeCoultre ha seguito un approccio simile con il lancio del Master Ultra-Thin Squelette, che con i suoi 3,6 mm ha battuto l’Altiplano di 0,05 mm. Ma il record per il movimento più sottile spetta tuttora a Vacheron Constantin ed al suo calibro 1003, che animava l’Historiques Ultra-Fine 1955.

Eleganza e comfort

I titoli tuttavia sono meno importanti se si pensa a ciò che conta davvero. Segnatempo come questi permettono di far esplorare ai marchi gli orizzonti del possibile. Così, non solo hanno l’opportunità di svelare i potenziali progressi in ambito orologiero, ma anche di scoprirne i limiti. Per esempio, movimenti più sottili sono stati prodotti anche in passato, ma il loro utilizzo si è rivelato poco pratico per via della difficoltà di farli riparare. Vanno inoltre presi in considerazione aspetti come la riserva di carica ed il peso. Dopotutto un po’ di volume al polso è necessario.

Secondo me un modello come il Vacheron Constantin Patrimony con ref. 81180 è l’orologio meccanico ultrapiatto per antonomasia. Il suo spessore è tale da renderlo poco appariscente ma al contempo è abbastanza largo da far capire a chi lo indossa che non è mai assente al polso.
È molto importante tenere a mente che marchi come Jaeger-LeCoultre, Piaget e Vacheron Constantin non producono orologi ultrapiatti solo per inseguire dei record. In fin dei conti l’obbiettivo principale è quello di creare un segnatempo ancora più elegante e l’eleganza si trova nella semplicità. Le cose diventano più interessanti non appena si aggiungono complicazioni come il cronografo e la ripetizione minuti. Questo è per me il momento in cui gli orologi ultrapiatti iniziano ad eccellere.