Il 14 febbraio 2024 la manifattura di Francoforte Sinn ha sorpreso i suoi estimatori con una nuova variante, eccezionale sia dal punto di vista tecnico che estetico, del leggendario cronografo della linea Sinn 103: il 103 St Ty Hd. Le criptiche sillabe sono in realtà un’abbreviazione delle proprietà del modello: St sta per “Stahl”, Ty sta per “Tachymeter” e Hd sta per “Handaufzug” (che in tedesco significano rispettivamente “acciaio”, “tachimetro” e “carica manuale”). Sul sito del brand l’orologio spicca subito con la sua configurazione cromatica e i tocchi di rosso su indici delle ore, lancetta dei secondi cronografici e totalizzatore a ore 3.
Dal punto di vista tecnico, il Sinn 103 St Ty Hd è il primo orologio della linea che in 20 anni dispone nuovamente di un calibro a carica manuale. Il modello è limitato a 1.000 esemplari e il primo lotto è andato esaurito nel giro di pochi giorni. Non proprio una rarità, dunque, ma considerate le caratteristiche ho deciso di acquistarne uno senza pensarci due volte. Vediamo insieme i punti salienti del Sinn 103 e il 103 St Ty Hd nel dettaglio.
Il Sinn 103
La storia del Sinn 103 è lunga e ricca di aneddoti memorabili su cui si potrebbe scrivere tranquillamente un libro. Ecco una breve panoramica di alcune varianti del 103.
La marca deve il nome al suo fondatore Helmut Sinn, scomparso nel 2018 all’età di 102 anni. L’ex pilota professionista fondò la Helmut Sinn Spezialuhren nel 1961 e sin dal principio si concentrò sullo sviluppo di strumenti e orologi per piloti molto precisi e affidabili a prezzi abbordabili. Uno di questi segnatempo era il 103. Presentato dalla manifattura alla fine degli anni ’60, nelle sue prime edizioni il 103 si ispirava agli orologi da aviatore di manifatture rinomate come Jaeger-LeCoultre, Breguet e Mathey-Tissot.
Non sorprende dunque che alcuni dei modelli di tali manifatture, lanciati nello stesso periodo, presentino forti somiglianze sia estetiche che tecniche. Alcuni di loro impiegavano addirittura le stesse componenti. Tra i movimenti più utilizzati c’erano i calibri a carica manuale Valjoux 72 e 726, che conferivano ai segnatempo il caratteristico design tricompax con totalizzatori a ore 3, 6 e 9.
La fine degli anni ’80 inaugurò un nuovo capitolo nella storia del 103. Oltre al Valjoux 7760 a carica manuale, Sinn iniziò a montare il calibro automatico Valjoux 7750. I due movimenti hanno in comune la disposizione dei totalizzatori a ore 3, 6 e 12 e la data con giorno della settimana in corrispondenza del 3. Oggi Sinn si serve di movimenti della svizzera Sellita e delle meno note Concepto e La Joux-Perret.
L’avvento di Lothar Schmidt
Nel 1994, l’ingegnere meccanico Lothar Schmidt rilevò Sinn. Schmidt, che era stato precedentemente responsabile del reparto produzione e sviluppo di IWC Schaffhausen, introdusse una serie di novità. Molti modelli Sinn, incluse alcune varianti del 103, furono dotate del AR-Trockenhaltetechnik, un sistema che protegge l’orologio dall’infiltrazione dell’umidità costituito da una capsula contenente un gas protettivo.
Lothar Schmidt si rese conto che alcune varianti del 103 erano entrate nel mirino di collezionisti e appassionati, e si vendevano a prezzi molto alti. Perché quindi non proporre a questa clientela nuovi orologi ispirati ai classici del passato? Nacquero così alcune interessanti edizioni speciali limitate del 103 che riprendevano il design classico del quadrante con totalizzatori a ore 3, 6 e 9. Tra questi ricordiamo il 103 Klassik, il 103 Klassik 12 H e il 103 ST Klassik C. Vale la pena citare anche il 103 St C, una variante bicompax del 103 con totalizzatori a ore 3 e 9.
Il Sinn 103 St Ty Hd nel dettaglio
Non appena il Sinn 103 St Ty Hd è comparso sul sito della manifattura, gli appassionati hanno iniziato a commentare il suo aspetto a dir poco insolito sui forum specializzati. Oltre ai già citati tocchi di rosso, salta all’occhio anche la scala tachimetrica bianca sul bordo del quadrante, che occupa l’intero rehaut. Alcuni ritengono che la scala sia troppo dominante, altri invece che sia perfetta così com’è. Questione di gusti. Quello che pochi (incluso il sottoscritto) sapevano è che il 103 St Ty Hd si rifà a un modello storico, il Sinn 103 C, un modello lanciato già negli anni ’70 che a sua volta si ispirava al design di un Mathey-Tissot.
Il 103 St Ty Hd presenta una cassa interamente lucidata in acciaio inossidabile, tipica della linea. Includendo la lunetta leggermente sporgente, il diametro misura 41 mm, anche se la cassa ha un diametro di 40 mm. La lunetta è realizzata in alluminio nero anodizzato e presenta una scala graduata da pilota. Con uno spessore di 14,8 mm, vetro acrilico incluso, il modello misura 2,4 mm in meno rispetto al 103 St Sa con calibro automatico e vetro zaffiro. La larghezza delle anse è di 20 mm, mentre la distanza da aletta ad aletta (lug to lug) è di 47 mm. Insomma, misure che stanno bene praticamente a tutti i polsi.
Inoltre, l’orologio è a prova di pressione ad alta quota ed è impermeabile fino a 200 m (20 bar). Tutto ciò è possibile grazie al sistema D3, in cui i perni dei pulsanti e l’albero di carica della corona sono inseriti direttamente nei fori della cassa e sigillati ermeticamente. Il 103 St Ty Hd è animato da un calibro Sellita SW 510 M con riserva di carica di 62 ore. Purtroppo questo modello, così come l’originale, dispone di un fondello avvitato in acciaio inossidabile che nasconde il bellissimo calibro sottostante.
Il quadrante
Anche la disposizione del quadrante segue l’impronta dell’originale. Il colore dei totalizzatori può essere descritto come beige argentato e dà vita al tanto apprezzato look Reverse Panda. Come il modello a cui si ispira, il 103 Hd St Ty presenta indici applicati color argento che risplendono grazie alla minuziosa lucidatura. L’estremità superiore dell’indice, accanto al punto rosso, dovrebbe illuminarsi al buio. Uso il condizionale di proposito perché in realtà il risultato è piuttosto deludente. Data la flebile luminescenza degli indici, leggere l’orario al buio è possibile solo grazie alle lancette di ore e minuti, la cui luminosità è certamente più accettabile, ma comunque ben lontana da ciò che ormai offrono brand o microbrand ben più abbordabili.
La scala tachimetrica è troppo larga? In fondo è una questione di gusti. È vero però che l’impressione cambia a seconda del punto da cui si osserva il quadrante. Dall’alto, il vetro acrilico leggermente bombato sembra ingrandire la scala, mentre dal lato la scala sembra integrarsi alla perfezione con il quadrante donandogli anche una piacevole compattezza.
Conclusioni
Il 103 St Ty Hd è un modello davvero eccezionale che trasuda amore per i dettagli e spirito dei cronografi degli anni ’70, nello specifico del Sinn 103 C e del modello corrispondente di Mathey-Tissot. Il fatto che dopo 20 anni Sinn proponga nuovamente un movimento a carica manuale, rende l’orologio davvero speciale. Purtroppo il quadrante non è molto leggibile al buio, e ciò è un punto a sfavore. Per contro, grazie allo spessore ridotto, l’orologio risulta confortevole per la maggior parte dei polsi. Con una tiratura limitata a 1.000 esemplari, il 103 St Ty Hd non sarà forse una rarità, ma è comunque abbastanza esclusivo da attirare l’attenzione dei collezionisti.